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Come si restaura un Parquet

  • Immagine del redattore: Pavimenti Italia
    Pavimenti Italia
  • 7 apr 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Questa lavorazione richiede una vera passione per i pavimenti in legno. Ogni parquettista alle prese con un restauro è responsabile di riportare in vita un pavimento che ha avuto una storia, un pavimento che qualcuno ha scelto, che qualcuno ha sapientemente installato, per poi esser stato sfoggiato, vissuto, pulito, maltrattato e graffiato. Il parquettista non solo rimuove i graffi, la patina ormai opaca e discontinua che una volta esaltava la bellezza del parquet, ma lo rende stabile, risana le crepe ed i segni del tempo e dopo averlo reso liscio, deve far si che mantenga la sua bellezza più a lungo possibile.


L'aspetto più bello del parquet è proprio la sua rinnovabilità, anche se limitata dallo spessore iniziale del legno. Ci siamo trovati a restaurare parquet storici, installati da oltre cento anni, parliamo però di parquet con almeno 20mm di spessore, pavimenti quasi eterni.


Tecnicamente è una lavorazione discretamente complessa, che richiede molta esperienza e attrezzature specifiche, talvolta ingombranti e rumorose.

La prima fase del restauro è il consolidamento: questo consiste nel far colare una speciale resina al di sotto del parquet attraverso le fessure che si sono create tra una tavola e l'altra. Di solito le zone più fessurate risultano anche le più instabili, quindi non sarà difficile individuare i punti dove intervenire; terminato questo passaggio si procede con la carteggiatura. Qui entra in gioco il macchinario odiato da tutti i condomini del mondo,

la Levigatrice a rullo: con un motore da 2500watt, un rullo con carta abrasiva largo 25cm e quasi 90kg di massa, questa macchina permette di abrasivare velocemente il legno. L'utilizzo della levigatrice richiede molta destrezza, vista la sua forza, il rischio di danneggiare la pavimentazione è molto alto.

Questo macchinario è dotato anche di un gruppo aspirante interno che ci permette di raccogliere in un sacco la polvere prodotta durante la lavorazione.


Per carteggiare il parquet usiamo duo o tre tipi di carta abrasiva differenti in grana, (36-60-100). Le prime due sono di "sgrosso", e si usano per rimuovere la vecchia vernice, eventuali graffi e dislivelli, la terza ovvero la più fine, si usa per togliere le righe create dai precedenti passaggi e per iniziare la fase di lisciatura.



Possiamo carteggiare il perimetro utilizzando una levigatrice apposita, più piccola e maneggevole dell'altra, dotata anche questa di gruppo aspirante interno che aiuta a controllare la dispersione della finissima polvere del parquet.



Ora che abbiamo sgrossato tutto il vecchio pavimento in legno il suo aspetto sarà già molto cambiato dall'inizio del lavoro, ma ancora c'è molto da fare. Il seguente passo è la stuccatura: questa si realizza applicando sulle fessure una mescola ottenuta impastando una parte della polvere ricavata durante la carteggiatura con un apposito legante resinoso.

Procediamo quindi alla lisciatura, utilizzando una "levigatrice monospazzola", che grazie ad un disco abrasivo a grana fine, ed una rotazione costante di 300 giri al minuto, ci permette di ottenere una superficie perfettamente liscia e pronta per ricevere il trattamento finale di protezione.


Possiamo scegliere tra vari tipi di finitura. Dalle vernici trasparenti che troviamo in vari gradi di brillantezza, lucida, satinata e opaca, per ognuna delle quali c'è la versione a base di solventi o ecologica in base acquosa, alle alternative più naturali, quali ceratura e oliatura.



Ivan M.





 
 
 

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